Tra parentesi (turista straniero te temo)

Non so perché, non me lo chiedete, non lo immagino neppure io ma la gente che mi vede per la prima volta pensa che io sappia parlare molto bene le lingue.Non solo l’inglese, il francese,lo spagnolo ma anche il cinese mandarino, Il guugu yimithirr, yanonami eccetera eccetera.

Sono il tipico soggetto linguisticamente sopravvalutato, una vera e propria calamita umana per i turisti stranieri ( ma anche quelli completamente fuori di testa) che hanno perso il senso dell’orientamento.

Loro sono lì, con la faccia immersa nella loro smisurata cartina della città, vittime della loro famelica voglia di fotografare qualsivoglia mausoleo tricolore, sicuri nei loro sandali dal discutibile gusto germanico e possono esserci mille persone intorno ma quando sollevano il naso per cercare aiuto ecco che mi stanno già puntando.

“Aridanghete” Penso, mentre si avvicinano e mi preparo all’ennesima figura barbina.

-Sorry where is vAia Bernirdinini

-Che?… Eschiusmi uot ?

-Vaia bordandirinirni, burdindini, bott…

-Ok Ok no panic..ai chen si?… Ahhh via Berardini.

-Yea, yea

E mentre fiera mi compiaccio delle mie sorprendenti abilità per aver risolto metà del problema, mi rendo conto che per arrivarci, i gitanti forestieri, avrebbero dovuto raggiungere la prima traversa, poi prendere per la piazza, e cercare un vicoletto che li avrebbe condotti proprio in via Berardini.

Mi dico “No… non ce la posso fare”. Allungo lo sguardo per dare un’occhiata alla cartina e in un lampo trovo la prima strada vicina che comincia con la lettera B.

Eccola: “Pasolini” ( sentivo di non avere troppo tempo). Così mi affido all’italica gestualità, mi faccio convinta e parto:

-“Aniway (?) …here and there and here… ok?”

Un “by” deciso e mi dileguo.

Non ho neppure il coraggio di guardarli in faccia quei gitanti poveretti.Fuggo. Letteralmente.

“sono ragazzi svegli…” penso, mentre mi sento permeata da un’insopportabile senso di colpa

“…se la caveranno”.

(E se ci riesco io…)